A volte, i viaggi ci portano in luoghi che non avevamo pianificato, posti di cui non conoscevamo nemmeno il nome. È proprio quello che mi è successo durante un viaggio tra il Nord Dakota e il Sud Dakota. Alla fine di due settimane di esplorazioni, mi sono ritrovato a Rapid City, una cittadina del Sud Dakota che si è rivelata una sorpresa incredibile.
Situata nel cuore delle Black Hills, Rapid City è il punto di partenza ideale per visitare luoghi iconici come il Monte Rushmore, il monumento a Crazy Horse, il Custer State Park e le spettacolari Black Hills. Ma oggi non voglio parlarvi di monumenti o parchi: voglio raccontarvi di una notte inaspettata passata con nuovi amici e della magia nascosta di Rapid City.
La sera ero esausto e inizialmente l’idea di rimanere in hotel era molto allettante. Tuttavia, Byron, un fotografo americano del posto che si era unito al nostro gruppo, non voleva saperne di fermarsi. "Non ti preoccupare, conosco io i posti giusti", aveva detto con quel sorrisetto enigmatico che prometteva avventura.
Così, con i miei compagni di viaggio Dominique e Antony, mi sono ritrovato a passeggiare verso il centro di Rapid City. Una cittadina che di giorno sembrava tranquilla, ma che di notte aveva qualcosa da svelare. E Byron aveva ragione: Rapid City ha un lato che non ti aspetti.
La prima tappa è stata il Murphy’s Pub, un pub irlandese che esiste dal 1933. Anche se si presenta come un pub irlandese, lo spirito cowboy del South Dakota si respira ovunque. Byron ha ordinato per me un old fashioned, il mio cocktail preferito, mentre Dominique e Antony hanno optato per drink alla frutta. La sorpresa? Un piatto di cetrioli fritti, una specialità locale. Ancora oggi non so se fossero buoni o strani, ma meritano di essere provati almeno una volta.
Da lì ci siamo diretti al Press Start, un locale che al primo impatto sembrava un normale bar. Ma scendendo le scale, siamo entrati nel paradiso del nerd anni ’90: una sala giochi con decine di flipper, videogiochi retrò e tutto ciò che un amante dell’epoca d’oro del gaming potrebbe desiderare. Non so quante monete abbiamo speso, ma posso dirvi che Antony si è rivelato un tiratore scelto nei giochi di sparo.
Quando finalmente Byron ha deciso di portarci via da quel luogo magico, siamo finiti in un locale dove suonava una band di nativi americani. Era rock puro, potente, e quegli artisti giovanissimi erano una dimostrazione autentica di come la loro cultura si stia evolvendo, lontano dagli stereotipi.
La serata si è conclusa al Alex Johnson Hotel, un edificio storico degli anni ’30 che ospita il miglior rooftop della città. L’atmosfera era elegante e accogliente, con bracieri alimentati a bioetanolo che ci riscaldavano dal freddo pungente di maggio.
Dal rooftop, la vista su Rapid City è stata la ciliegina sulla torta. Una città piccola, immersa nel buio delle praterie, con le sue luci pallide che sembravano accarezzare il cielo. Non abbiamo ordinato nulla da bere: volevamo solo goderci quel momento, seduti intorno al fuoco, condividendo risate e ricordi di una notte che non dimenticheremo mai.
Rientrato al mio hotel, l’Howard Johnson Downtown, mi sono reso conto di un dettaglio che avevo completamente ignorato: la mia stanza aveva una jacuzzi! Non potevo resistere, così alle sei del mattino, prima di partire, mi sono concesso un bagno caldo rigenerante. Qualche settimana dopo, in un locale di Orlando, in Florida, ho incontrato il proprietario dell’hotel e l’ho ringraziato per quella jacuzzi davanti a un Moscow Mule. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.
Rapid City è uno di quei luoghi che ti sorprende quando meno te lo aspetti. Con i suoi pub storici, le sale giochi retrò, la musica dal vivo e un rooftop mozzafiato, questa piccola città del Sud Dakota mi ha regalato una serata indimenticabile. E, come sempre, le esperienze più autentiche nascono quando ci lasciamo trasportare dall’imprevisto.
Paolo Aloe
The Wild Crocodile