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Curiosità
27.02.2023
Quando arrivò il cavallo in America

I film western hanno dipinto per anni uno scenario ben preciso degli States, uno scenario che vede come protagonista il cavallo. Ancora oggi il cavallo ha un'importanza enorme per il popolo americano, sia per i nativi che per gli ultimi arrivati. In questo articolo voglio raccontare, seppur in modo sintetico, la storia di quando i cavalli fecero il loro ingresso nella vita e nella spiritualità dei nativi, con un focus mirato sulla nazione dei Mandan, Hidatsa e Arikara nel Nord Dakota.

Quando arrivò il cavallo in America?

Noi europei, e non solo, siamo abituati alla presenza dei cavalli essendo parte integrante delle nostre vite da oltre 5.000 anni. Certo negli ultimi decenni siamo meno abituati alla loro presenza nel quotidiano se non nei maneggi, nelle strade di alcune città che offrono giri in carrozza o alle corse con conseguenti scommesse. Sugli ultimi due casi ci sarebbe molto da discutere soprattutto a livello etico ma non voglio dilungarmi troppo. Se pensiamo alle generazioni nate agli inizi e metà del '900, senza andare troppo lontano nel tempo, il cavallo era fondamentale per lavorare i campi o per gli spostamenti. Ancora oggi la potenza dei motori si misura in cavalli, questo a ribadire quanto questo animale sia intrinseco nel tessuto sociale europeo. 

Il continente americano è stato raggiunto dall'uomo circa 15.000 anni fa, migrando dall'Asia attraverso quello che oggi è lo stretto di Bering, all'epoca un lembo di terra emersa durante l'Era Glaciale. Un antenato del cavallo abitava già quelle terre, l'hippidion, ma si estinse per il cambiamento climatico e altre cause, tra cui la caccia. Dovrà passare molto tempo prima che un equino tocchi le terre del nuovo modo, ovvero dal 1492 con l'arrivo dei colonizzatori.

La nazione MHA: Mandan, Hidatsa e Arikara nel Nord Dakota

Avrei potuto parlare di molte altre Nazioni o tribù, ma la MHA rappresenta per me uno dei primi popoli nativi che ho conosciuto direttamente, che oltre ad affascinarmi mi ha insegnato l'importanza del bisonte e del cavallo. 

Stabilire la provenienza esatta di una tribù dei nativi americani è molto complicato. Dobbiamo tener sempre presente che parliamo di popolazioni per lo più nomadi la cui fonte di sostentamento principale è il bisonte e l'agricoltura. Dall'anno 1.000 circa, secondo gli studi archeologici, i Mandan, gli Hidatsa e gli Arikarasi si stabilirono in Nord Dakota nei pressi del fiume Missouri.

Nella nostra cultura europea credo sia molto complicato associare la spiritualità ad un animale, soprattutto in un'epoca moderna in cui non vi è più la necessita di utilizzare gli animali come fonte di sostentamento. Teniamo conto anche che, il più delle volte, si acquistano carni già lavorate spesso senza sapere che forma avesse l'animale quando era in vita. Ho il ricordo di ricordo di una famiglia a Staten Island, New York, mentre guardava un cartellone pubblicitario con la foto di un animale dal becco curioso, discutevano molto su che animale fosse, non riuscendo comunque ad arrivare ad una soluzione. Era un tacchino. La nostra consapevolezza e rispetto dell'animale di cui ci nutriamo è davvero molto lontano da quello dei nativi, specialmente quando si parla del bisonte.

Il bisonte rappresentava per i nativi del nord America una fonte necessaria di sostentamento, del quale utilizzavano ogni parte del corpo: la carne per nutrirsi, le ossa per ricavare utensili o armi, la pelle per costruire vestiti e tende e addirittura i tendini per realizzare gli archi. Questo però non indusse mai gli indiani ad allevare, specialmente in modo intensivo, l'animale. Era, ed è ancora, simbolo di sacralità e spiritualità. Gli indiani d'America non vivono di eccessi: fumano tabacco per le cerimonie ma non ne abusano, mangiano quel che serve per avere le forze, uccidono un animale solo perché è necessario, nutrendo comunque un grande rispetto, facendo sì che muoia senza sofferenze, ringraziandolo per aver donato la sua vita, venerandolo perché è grazie al suo sacrificio molte persone della tribù possono sopravvivere. Con l'arrivo dell'uomo bianco però anche i nativi scoprirono gli eccessi, soprattutto l'eccesso di alcool.

Com già detto anche l'agricoltura era una fonte di sostentamento importante, specialmente il mais. Inoltre i villaggi Mandan erano realizzati in un modo un po' diverso da come potremmo immaginarlo. Infatti non abbiamo i tipici tipi (le iconiche tende indiane) ma delle capanne interrate di forma circolare col tetto in paglia e fango, al centro del quale si trovava un buco per far uscire il fumo dato che al centro della capanna veniva acceso il fuoco per scaldarsi. La costruzione di queste capanne era molto complessa e richiedeva grandi energie, l'unico animale che fungeva da aiutante era il cane.

Loggia terrestre

E poi arrivò il cavallo

Prima dell'arrivo del motore, come ben sappiamo, il cavallo era il principale mezzo di trasporto col quale poter intraprendere lunghi viaggi, spedizioni militari, esplorazioni di territori sconosciuti. Il cavallo arrivò quindi con gli europei, per i Mandan e Hidatsa, così come altre popolazioni tipo i Lakota, arrivò nel diciottesimo secolo. Il cavallo dunque, pur non essendo parte della cultura di queste popolazioni, lo diventò presto ed in modo radicale. I cavalli erano molto utili per cacciare i bisonti e hanno permesso di viaggiare molto più lontano alla ricerca di mandrie di bisonti. I cavalli non hanno cambiato l'organizzazione tradizionale del villaggio, ma l'acquisizione di cavalli è diventata un'importante data “da calendario”. Gli eventi storici vengono identificati spesso come accaduti prima o dopo che le tribù avessero acquisito i cavalli, un po' come facciamo noi con la nascita del figlio del dio cristiano, giusto per far capire l'importanza e sacralità data al cavallo.

I cavalli erano così importanti che presto furono integrati nella vita del villaggio. Sia gli uomini che le donne possedevano cavalli. Le donne possedevano fattrici e puledri mentre gli uomini possedevano stalloni e castroni. Le donne avevano cavalli per cavalcare e cavalli per portare pesi. I cavalli degli uomini venivano addestrati per la caccia al bisonte o per la guerra. Questi ultimi venivano spesso tenuti all'interno della capanna familiare come indicato nella foto sopra (attenzione, il concetto di famiglia non è quello che intendiamo noi).

Gli uomini Mandan acquisivano cavalli razziando le mandrie dei loro nemici. Per le donne invece era un po' diverso: acquisivano cavalli attraverso determinate relazioni familiari o di clan. Facciamo qualche esempio: Un giovane ha reso omaggio a una donna della sua famiglia o clan offrendo i suoi cavalli. Oppure quando un giovane partiva per la sua prima spedizione di razzie a cavallo donava quelli che aveva catturato alla sorella maggiore. Era un modo per onorare sua sorella. Se sua sorella era già sposata, estendeva quell'onore offrendo il nuovo cavallo a suo marito. Se un giovane colpiva il suo nemico mentre catturava dei cavalli, gli veniva dato un nuovo nome da una donna anziana del clan di suo padre. Il giovane in cambio doveva rendere onore alla donna donandole dei cavalli.

I cavalli erano importanti anche per organizzare un matrimonio. I Mandan avevano diversi sistemi per organizzare un matrimonio. Ad esempio la famiglia di un giovane identifica una giovane donna che sarebbe stata una moglie adatta per il figlio. I genitori dell'uomo offrono dei cavalli ai genitori della giovane donna. Se i genitori della donna sono d'accordo al matrimonio accettano i cavalli. I genitori della sposa danno quindi i cavalli agli altri figli che a loro volta li donano alla sorella (la sposa) per onorarla. La sposa quindi offre i cavalli al padre del giovane che sta per sposare. In questo scambio, entrambe le famiglie hanno riconosciuto la loro approvazione del matrimonio e hanno mostrato rispetto per ciascuna famiglia. Se non hai capito non sei stupido, è solo complicato da concepire.

Introdurre i cavalli nella propria cultura non fu però subito semplice, infatti bisognava fare i conti col cibo, quindi iniziare a coltivare più erba e mais per nutrirli, oltre che creare degli spazi adatti per tenerli e preservare le zone di coltivazione.

Il cavallo è il simbolo di questa nazione, è il punto di incontro tra due culture che si sono incontrate e successivamente scontrate, ma che trovano in questo straordinario animale un simbolo di unione. Concludo con questo video che mi ha girato il mio amico Darian Morsette, della Nazione MHA e nel quale suo fratello Jason ci racconta il suo amore e l'importanza del cavallo per l'MHA. Jason tempo fa mi regalò un cibo indiano, una sorta di super polpetta energetica da mangiare in piccole quantità giornaliere, con la quale mi nutrii per diversi giorni in uno dei miei lunghi viaggi in USA, ma questa è un'altra storia.


Paolo Aloe
(The Wild Crocodile)