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Consigli di lettura
02.12.2021
The Appalachian Trail - un percorso selvaggio lungo la costa est degli States

Avete mai sentito parlare dell’Appalachian Trail?

È un sentiero escursionistico nella parte est degli Stati Uniti… ma non è un sentiero come tutti gli altri. Bryson lo descrive così nel suo romanzo Una passeggiata nei boschi:

Un cartello annunciava che non si trattava di un sentiero qualunque, ma del famoso Appalachian Trail. Con un’estensione di oltre 3400 chilometri lungo la costa orientale degli Stati Uniti, attraverso la catena placida e invitante dei monti Appalachi, l’Appalachian Trail è il capostipite di tutti i sentieri a lungo percorso. […] Dalla Georgia al Maine taglia quattordici stati, attraverso morbide e piacevoli colline i cui nomi stessi – Blue Ridge, Smokies, Cumberlands, Catskills, Green Mountains – sembrano altrettanti inviti al viaggio.

Il libro si snoda lungo gli immensi spazi statunitensi dove i sentieri hanno dimensioni inimmaginabili, qui il protagonista quarantenne padre di famiglia e sposato vive con il suo amico d'infanzia, Stephen Katz, l'America selvaggia.

Se non avete mai avuto nulla a che fare con l’Appalachian Trail, nemmeno virtualmente, eccovi un buon appiglio per mettere piede nella grande sfida di tanti escursionisti.

Sono due uomini, un’amicizia casuale, camminatori alle prime armi, totalmente impreparati mentalmente e fisicamente ad un'impresa del genre. Due hikers tremendamente umani, non potrete che sostenerli durante il loro viaggio alla scoperta degli Appalachi, dimora naturale di una delle più fantastiche foreste del mondo.

Gli amanti dell'outdoor sanno che l'organizzazione del cibo in trasferta è fondamentale. Mangiare bene la sera (né troppo poco né troppo), mangiare micronutrienti (??) insomma un'alimentazione bilanciata.

Nel libro tutto questo viene umanizzato, la loro dieta sportiva prevede merendine, spaghettini e grandissime abbuffate di cibo quando, oramai stanchissimi, lasciano la traccia per fare tappa verso qualche cittadina abitata non da orsi ma da esseri umani.

Nessuno di loro ha la minima cognizione delle norme elementari di sopravvivenza nella natura selvaggia. Il viaggio rigorosamente a piedi si svolge all’insegna di una divertita incoscienza, tra spassosi contrattempi, bufere di neve, incontri con insetti spietati ed animali selvatici e con l’improbabile umanità che popola il sentiero.

Aspettative, delusioni e la convinzione che il percorrere il sentiero possa dare un senso alle cose, possa addirittura far cresce e maturare e assieme alla stanchezza sempre più spesso solletica la soddisfazione di aver terminato un tratto duro, di avere raggiunto la meta, assieme.

Quando il veterano della seconda guerra mondiale Earl Shaffer iniziò a percorrere l'Appalachian Trail a Mount Oglethorpe nel Georgia terminòla sua avventura al Mount Katahdin nel Maine 124 giorni dopo, fu la prima persona a percorrere tutte le 2.181 miglia dell'AT in una stagione. Ha scritto: "Ho quasi desiderato che il sentiero fosse davvero infinito, che nessuno potesse mai percorrerlo per tutta la sua lunghezza". A ottanta anni anni ci riprova diventando la persona più anziana ad aver mai completato un thru-hike.

Da allora, oltre quattordicimila persone hanno completato il trail, tra cui il ballerino Jacques d'Amboise, l'ex giudice della Corte Suprema William O. Douglas ed Emma "Nonna" Gatewood, che a sessantasette anni ha completato il trekking, la sua unica attrezzatura era una coperta militare e un impermeabile avvolti in una vecchia tenda da doccia.

Benton MacKaye, riconosciuto come il fondatore dell'Appalachian Trail, comprese l'attrazione emotiva della natura selvaggia. Questa la sua sensazione una volta raggiunta la vetta della Stratton Mountain nel Vermont:

Mi sentivo come in cima al mondo, con una sorta di 'sensazione planetaria'. . . Un giorno un sentiero avrebbe raggiunto [le vette meridionali] da dove ero allora appollaiato?'

Appalachian Trail fulcro del "Wild East"

Il visionario Benton MacKaye ha visto negli Appalachi lo stesso scenario dei paesaggi aspri del selvaggio West.

Il nostro compito è aprire un regno. Questo regno è qualcosa di più di una posizione geografica: è un ambiente… non di strade e hotel, ma di sentieri e campi. È l'accesso umano alle fonti della vita

La sua natura selvaggia è tangibile e vicina. Il sentiero è il più grande corridoio naturale che rimane ad est del fiume Mississippi. Offrendo uno spazio aperto panoramico e bucolico vicino a molti centri abitati, l'A.T. è sorprendentemente accessibile sia agli escursionisti che agli escursionisti giornalieri, ai viaggiatori singoli, alle famiglie e ai gruppi. Tre milioni di persone ogni anno vengono qui per trovare connessione e comunità, pace e silenzio.

La maestosità dei Monti Appalachi ha ispirato l'arte in molte forme, dalle ballate popolari agli acquerelli, dalle trapunte fatte a mano appese alle pareti alle famose poesie e riflessioni recitate in tutto il mondo. 

Masa, un immigrato giapponese alto non più di un metro e settanta, usava una ruota di bicicletta come contachilometri per segnare e misurare l'Appalachian Trail lungo il confine tra North Carolina e Tennessee; e ha portato con sé la sua macchina fotografica per catturare i panorami mozzafiato degli Appalachi meridionali. Le sue splendide prime fotografie hanno anche contribuito a proteggere e preservare il paesaggio del sentiero.

In queste montagne e valli selvagge e accoglienti, i luoghi, le città, le persone e le opportunità abbondano.Un sentiero ma tante storie e l'Appalachian Trail le comprende tutte.

Quando si arriva in cima ad una montagna di 400 milioni di anni, con viste ininterrotte in ogni direzione si ha la consapevolezza di essere parte di tanta bellezza. Tante le reazioni in vetta: dal “Grazie, non ci credo ci sono riuscito!!”, all'abbracciare i compagini di avventura ma anche lacrime, silenzi, ululati vari. Indipendentemente dall’espressione la traduzione è la gioia.

Bill Bryson si ritrovò a percorrere circa un terzo di quei 3500 chilometri, le ultime parole del libro racchiudono un messaggio importantissimo. Quest’esperienza probabilmente non gli ha cambiato la vita, ma gli ha cambiato lo sguardo verso la natura. L’Appalachian Trail gli ha donato la consapevolezza di ciò che lo circonda, perché vivere quell’esperienza fisicamente e mentalmente ti rende consapevole ma soprattutto responsabile.

Ha perso anche un bel po’ di chili, ma questo è solo un dettaglio….

Libro scorrevole, sulle corde dell’ironia strappa frequentemente qualche gradito sorriso. Lontano dal canonico diario di viaggio, il lavoro ha uno spettro ampio e costruttivo. Non si tratta di un ordinato resoconto didascalico, chi cerca nozioni pratiche di escursionismo sul percorso meglio graviti altrove.

E’ un racconto scanzonato e variegato, che dirotta dalla costosa attrezzatura tecnica alle notti insonni nel buio aspettando la zampata di un orso assassino. Poi un’incursione storica nelle radici del sentiero e ancora un approfondimento di etologia o una questione di biologia.

Bello lo spirito di avventura incosciente che sprona l’uomo a superare i propri limiti, alla scoperta di un mondo nuovo e tanto lontano dalla cementificazione cui siamo ormai assuefatti. Ne emerge un’indole inevitabilmente ecologista, in un connubio di simpatia, polemica e una punta di sentimentalismo.

Ciò che rende la narrazione unica è il sarcasmo di Bryson. Niente è sacro, e a volte può diventare fastidioso (aspetta, ci arriverò), ma l'autosvalutazione è se non sempre divertente da ridere, una bella risata. Inizia con un viaggio al negozio per le forniture e finisce con i lettori che ridacchiano mentre i soliti imbrogli dei venditori vanno avanti con attrezzi costosi e un sacco di gergo tecnico casuale. Da qui in avanti, ci siamo dentro.Un uomo comune che prova un estremo, e questo è più che sufficiente per mettere da parte i miei pregiudizi iniziali.

Manuela Corsaro
Travel Advisor Siam Viaggi
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