I film western hanno dipinto per anni uno scenario ben preciso degli States, uno scenario che vede come protagonista il cavallo. Ancora oggi il cavallo ha un'importanza enorme per il popolo americano, sia per i nativi che per gli ultimi arrivati. In questo articolo voglio raccontare, seppur in modo sintetico, la storia di quando i cavalli fecero il loro ingresso nella vita e nella spiritualità dei nativi, con un focus mirato sulla nazione dei Mandan, Hidatsa e Arikara nel Nord Dakota.
Noi europei siamo abituati alla presenza dei cavalli, essendo parte integrante delle nostre vite da oltre 5.000 anni. Certo, negli ultimi decenni siamo meno abituati alla loro presenza quotidiana, se non nei maneggi o in contesti specifici come giri in carrozza o corse. Tuttavia, il cavallo è stato per secoli fondamentale per lavorare i campi e per gli spostamenti.
In America, il cavallo non era parte del paesaggio originario. Un antenato del cavallo, l'hippidion, abitava il continente ma si estinse per il cambiamento climatico e la caccia. I cavalli moderni arrivarono nel Nuovo Mondo con i colonizzatori europei, a partire dal 1492.
Avrei potuto parlare di molte altre nazioni o tribù, ma la MHA rappresenta per me uno dei primi popoli nativi che ho conosciuto direttamente, e che oltre ad affascinarmi mi ha insegnato l'importanza del bisonte e del cavallo. Stabilitisi nel Nord Dakota nei pressi del fiume Missouri intorno all'anno 1000, i Mandan, Hidatsa e Arikara avevano una vita profondamente legata alla natura e al rispetto per il bisonte, simbolo di sostentamento e spiritualità.
Queste tribù non allevavano i bisonti, ma li veneravano come simbolo sacro. Utilizzavano ogni parte dell'animale per vivere: la carne per nutrirsi, le ossa per utensili e armi, la pelle per vestiti e tende. Questo rispetto si rifletteva anche nella loro spiritualità, che celebrava il sacrificio dell'animale con gratitudine.
Il cavallo arrivò nel Nord Dakota nel XVIII secolo e cambiò radicalmente la vita delle tribù native. Permise loro di cacciare i bisonti con maggiore facilità, di viaggiare più lontano e di trasportare carichi pesanti. Nonostante il grande impatto, i cavalli vennero rapidamente integrati nella cultura tradizionale. Diventarono un simbolo di status e spiritualità, tanto che molti eventi storici venivano identificati come accaduti "prima" o "dopo l'arrivo dei cavalli".
Sia uomini che donne possedevano cavalli. Le donne possedevano fattrici e puledri, mentre gli uomini addestravano stalloni per la caccia e la guerra. I cavalli erano talmente preziosi che venivano usati anche come dono per onorare membri della famiglia o per celebrare matrimoni. Questo scambio di cavalli rappresentava rispetto e approvazione tra le famiglie.
Introdurre i cavalli nella propria cultura non fu semplice. Era necessario coltivare più erba e mais per nutrirli e creare spazi adatti alla loro gestione. Ma una volta integrati, i cavalli divennero il simbolo di unione tra due mondi: quello dei nativi e quello degli europei.
Il cavallo rimane oggi un simbolo importante per la nazione MHA, un punto di incontro tra tradizioni e cambiamenti. Concludo con un video inviatomi dal mio amico Darian Morsette, membro della nazione MHA, nel quale suo fratello Jason racconta il suo amore per il cavallo e la sua importanza nella cultura Mandan, Hidatsa e Arikara.
Paolo Aloe
The Wild Crocodile